L’idea di realizzare una mostra documentaria che si occupasse della viabilità su rotaie in Abruzzo, o meglio del percorso che separava Penne dalla costa, è nata nel gruppo di operatori archivistici di Archivi e Cultura scarl che, sin dal 1995, aveva iniziato il lavoro di riordinamento archivistico presso l’archivio comunale di Penne.
Infatti, durante la primavera di quell’anno, fummo invitati dal dott. Paolo Muzi, dell’Archivio di Stato dell’Aquila e allora presidente regionale dell’Associazione nazionale archivistica italiana, alla presentazione della mostra storica Le ferrovie sull’Appennino abruzzese che si tenne presso la sezione di Archivio di Stato di Sulmona. Naturalmente l’iniziativa si rivelò immediatamente molto importante e stimolò in noi l’interesse verso una ricerca documentale e storica riguardo il “trenino Penne-Pescara”, la cui memoria ci era stata trasmessa, fino ad allora, attraverso i racconti dei nostri genitori, dei nostri nonni o di persone che avevano vissuto il “trenino” come mezzo di trasporto appartenente alla loro quotidianità. Le fonti orali trasmettevano un ricordo a tratti quasi irreale e fiabesco del mezzo di locomozione che fra gli anni Trenta e i primi anni Sessanta del Novecento ospitava gruppi rumorosi di studenti, che si recavano a Pescara per frequentare la scuola magistrale, o di famiglie che spensierate andavano al mare in estate e addirittura era al centro di eventi di cronaca nera: sembra che un episodio di gelosia fra amanti fosse stato consumato all’interno del primo tratto di galleria della linea ferroviaria. Il traforo era, ed è ancora oggi, immediatamente dopo la stazione di Penne nel binario che si muoveva verso Pescara: qui fu trovato il corpo di una giovane donna del luogo privo di vita uccisa, pare, per motivi di gelosia. Nella realtà i luoghi, dove solo fino a qualche decennio prima pulsava la vita delle persone e in qualche modo anche dell’economia locale, apparivano desolati, dismessi, abbandonati. La struttura adibita a stazione era, come lo è ancora oggi, un fabbricato quasi intatto anche se la ruggine aveva attaccato le componenti metalliche del locale; lo stabile che probabilmente era usato come rimessa aveva il tetto oramai distrutto dal tempo e dalle intemperie; erano state divelte le rotaie e l’accesso alla galleria, nei pressi della stazione, era impenetrabile a causa di una grata di ferro posizionata ad hoc e dell’erba e della flora locale che era cresciuta copiosa e indisturbata nel tempo. La stazione del “trenino Penne-Pescara” era divenuta ed è tuttora una rimessa per gli autobus della Gestione Governativa. Questa ed anche altre società, con alcuni cambiamenti sia nei mezzi sia per quanto riguarda l’ amministrazione, ha sostituito dagli anni Sessanta ad oggi il servizio effettuato dal treno locale per il trasporto dei passeggeri.
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